Nonostante il ritardo ecco pronta una storia per l'8 marzo direttamente da parte del nostro amico Klaus.
LE MIE SIGNORE
L'8 marzo la festa delle donne, uomini accodati come alle poste per un piccolo fiorellino, pegni sovraccarichi di significati che nessuno più ricorda.
Attraversavo distaccato le orde bramanti, ben conscio che era solo un torturante rimandare tanto che di donne ne dovevo onorare tre.
La prima era vicina, l'orario propizio, la serranda a mezz'asta.
Bussai dolcemente e venni accolto da un cordiale e rincuorante invito, con noncuranza mi abbassai e penetrai nell'antro sorpassando la porta d'acciaio. Ella con i suoi grandi occhi azzurri e un sorriso candido che avrebbe addolcito anche una scatola di sale, mi accolse ricordandomi che stavano chiudendo.
Non risposi.
Feci un sorriso.
Misi la mano nella giacca.
Chiesi se gentilmente poteva fare un eccezione e darmi del latte visto che lo avevamo finito; lei facendo una risatina si voltò e allungò una mano verso il cartone.
La mia di mano scivolò fuori e donai a lei il suo personale fiore di piombo. Il tonfo sordo mi confermò il suo gradimento, la canna fumante mi presentò la mia seconda lei.
Il suo corpo perfetto, la sua pelle color acciaio, le sue sentenze sempre definitive e imparziali.
L'accarezzai, l'amai, e la riposi come mamma l'ha fatta nel suo letto di cuoio.
Il giorno volgeva alla fine, lo scintillio rosso del pavimento illuminava l'antro ora divenuto cripta; usci con noncuranza, guardai il cielo e mi dissi di essere un uomo fortunato. Mia moglie è allergica ai fiori.