MINCHIO FIABA
Il più grande scarso scrittore della storia
Tanto tempo fa, in un piccolo appartamento nel centro di una grossa metropoli, viveva un piccolo omino con un grande sogno nel cassetto.
Costui, che chiameremo per comodità Pierugantongiovanfranco, sin da bambino era stato affascinato dalle grandi fiabe e poi crescendo dal mondo della letterature, al che decise di diventare uno scrittore.
Inizialmente le sue doti letterarie erano paragonabili alla capacità di un uomo di ruttare con le orecchie ma, con il passare del tempo, esse riuscirono addirittura a peggiorare, rasentando livelli così infimi che nessuna creature nell'universo aveva mai raggiunto.
Le prime delusioni arrivarono alle scuole medie, infatti quando Pierugantongiovanfranco scriveva un tema, la professoressa di italiano al solo vedere il foglio, senza leggere il tema, veniva colta da crisi di vomito isterico miste ad attacchi casuali di epilessia.
Non andò meglio alle superiori, quando infatti presentò il primo tema al professore di lettere, questi si strappò gli occhi e si perforò i timpani con delle penne pur di non poter leggere quel tema e, temendo una traduzione in braille, si fece amputare entrambe le mani.
Ma l'apice della sua carriera letteraria in ambito scolastico lo raggiunse all'università quando, presentando un trattato sulla letteratura italiana del '500, gli studenti cominciarono a vomitare in maniera compulsiva e il professore rigettò in maniera talmente violenta che vomitò anche il pancreas.
Il povero Pierugantongiovanfranco però non si perse d'animo e si mise a testa bassa a scrivere fiumi di parole e di racconti.
L'unica cosa che ottenne però fu di peggiorare ancora tanto che ora, anche solo buttando fogli accartocciati nel cassonetto causava l'implosione dei suddetti e la sola vista, anche da lontano, dei suoi scritti poteva causare cecità totale e schizofrenia istantanea ai meno forti di volontà.
Il nostro povero scrittore ormai deluso dal destino avverso, decise di togliersi la vita ma, poco prima di premere il grilletto, qualcuno entro nel suo appartamento.
Erano agenti della CIA che, scoperto il suo orribile talento, gli chiesero di scrivere centinaia di storie, che sarebbero state poi lette ai carcerati di guantanamo per allietare le loro serate.
Pierugantongiovanfranco preso dall'euforia, prese a scrivere tanto da riempire centinaia di raccoglitori con le sue storie e da allora tutti vissero felici e contenti (tranne i detenuti).
Morale della Favola: Se ti condannano in america, per ora, eviterei guantanamo.
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