E' un caso?
E' per sbaglio?
E' desossiribonucleico?
Non lo sappiamo ma intanto...
Era una calda notte invernale e, al proprio al mezzodì, Giangiorgio si alzò sedendosi sulla poltrona.
E' un caso?
E' per sbaglio?
E' desossiribonucleico?
Non lo sappiamo ma intanto...
Solo per voi.
Sì, voi che siete stati così pazzi da venire fin qui.
Terzo giorno del mese di M'kraktag, Castello di Undragor.
Tetro e raccapricciante sul suo trono di morte, il potente Axabarantax osserva irato lo spettacolo di fronte ai suoi occhi. La tensione era alle stelle. Nessuno nell'intero regno osava neanche pensare cosa poteva aver generato l'ira di una creatura così malvagia da essere peggio della malvagità stessa.
Mentre anche gli dei si voltavano dall'altra parte Axabanrantax interrogò i poveri malcapitati.
Le vittime di turno erano tre servitori gobbi e puzzolenti, provenienti dalle cave di fango a nord del castello: esseri gobbi e brutti, intelligenti come un geranio ma meno di una mattonella. I tre rispondevano, rispettivamente, ai nomi di: Undro, Tendro e Gino.
Axabanrantax: "Tu, con la faccia tonda. che ora è?"
Undro: "La settima ora dopo l'alba, o sommo padrone"
Axabanrantax: "Bene. Tu, con le braccia pelose: dove mi trovo solitamente a quest'ora?"
Tendro: "Nella sala grande, vostra immensa malvagità"
Axabanrantax: "Giusto. Tu che sembri il più stupido di tutti: cosa faccio di solito in questo frangente?"
Gino: "Credo... credo che pasteggio, o voluttuosa malvaggiezza"
Axabanrantax: "..., diciamo che è corretto..."
I tre tenevano lo sguardo puntato a terra, mentre l'aura minacciosa del loro signore si faceva quasi palpabile. Axabanrantax si alzo cammino verso i tre, gli girò intorno osservandoli con attenzione e poi tornò sul suo trono.
Axabanrantax: "Bene. All'ombra delle vostre risposte ho ora una domanda per voi: dov'è la mia pizza?"
E all'udire di ciò fu terrore in ogni angolo del regno.
Nonostante tutto, nonostante i tentativi degli illuminati e nonostante non abbia fatto sapere al contadino quanto è buono il formaggio con le pere ecco a voi:
MINCHIO-FIABA
Un tipo depresso
Molto tempo fa in un luogo lontano lontano, viveva un uomo depresso. Era depresso quasi per definizione e si era raggiunta la conclusione che non potesse essere altrimenti.
I suoi compaesani, che erano brave persone, facevano tutto quello che era in loro potere per aiutarlo: lo motivavano, lo incoraggiavano, gli stavano accanto e si preoccupavano per lui. Insomma una situazione ideale.
Tranne per un particolare: l'uomo era una depressione geografica. In effetti suo padre era un imboccatura di un piccolo inghiottitoio in un area carsica mentre sua madre era una umile mappa politica del kirghizistan.
Questa situazione infastidiva molto il tipo che si era depresso, ma non come tutti pensavano, generando nell'uomo reazioni inconsulte ed un profondo amore per il formaggio spalmabile; questa sua passione per lo spalmare formaggi fu proprio la sua salvezza.
Rimboccandosi le maniche decise di studiare senza sosta: si impegnò strenuamente, lavorò duro e studiò fino a farsi sanguinare gli occhi. Ma tutto venne finalmente ripagato quando, divenuto ormai ricco, comprò il vecchio villaggio dove viveva e si vendicò cacciando tutti, radendolo al suolo e facendoci un bel parcheggio gratuito (non era mica un mostro).
Fine.
Morale della Fiaba:
Studiare la geografia è importante, soprattutto per l'incolumità delle vostre abitazioni.