23 marzo 2021

Tormenti Esistenziali nella notte

Allora, se sapeste quello che so io allora sapreste quello che so io.

Detto ciò, buona lettura


MINCHIO-FIABA


Tormenti Esistenziali nella notte

Notte. Oscura e tetra come il cuore di un demone lascivo; nel silenzio più atroce egli avanzava barcamenandosi tra ammennicoli e mobili come fosse il labirinto del Cnosso.
Passo dopo passo, col fare silente di una pantera trafelata, avanzava nel buio e, con sguardo circospetto come un accusato di stregoneria durante la caccia alle streghe, osservava il luogo pregno di mistero e segreti mai svelati.
Finalmente, dopo un viaggio lungo come l'esistenza di Matusalemme, arrivava alla meta. La porta di legno, tronfia come l'albero su cui era il letto di Ulisse, aspettava solenne e immobile come la sfinge durante il suo eterno sonno sotto le sabbie del deserto.
L'apri e afferrò l'oggetto del suo desiderio: smania invereconda pervase il suo corpo e brividi degni della più oscena lussuria attraversarono il suo essere con la stessa forza con cui una valanga scende dal picco più alto.
Afferrò di fretta un bicchiere con la stessa bramosia con cui un alcolizzato afferra la bottiglia e ne versò dentro parte del contenuto.
Aggiunse acqua limpida e cristallina come le fonti più pure delle alte montagne vicino l'Himalaya e, con maestria degna di pittore rinascimentale, mescé il composto e ne tirò fuori una leccornia degna della più succosa Ambrosia.
Con gesto repentino come fosse una faina a caccia, trangugiò il tutto e le sue viscere ne furono sazie.
Guardò fuori alla finestra: la notte nera e silente si stagliava oscura ora che vigeva l'ora delle streghe ma una cosa era sicura. Una verità scomoda come un trono di lame: mai finirsi da solo due teglie di parmigiana.

Fine

Morale della Fiaba:
Mangiare pesante non è una cosa facile se ti cibi solo di muschi e licheni.

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